Casa di Loreto

CASA DI LORETO:

Nella nostra Chiesa, dedicata a Santa Teresa di Gesù bambino e del Volto Santo, in fondo alla navata, sul lato sinistro, ospitata nella grande e spaziosa cappella, ornata da un fregio dedicato alla Gloria dello Spirito Santo, si trova una fedele riproduzione della Santa Casa di Loreto.

L’ edificio che vediamo oggi risale al 1706.  Tale edificio non è però l’ originale, bensì la riproduzione della prima riproduzione. La prima “copia” della Santa Casa di Loreto infatti, era già stata eretta qui nel 1696, ed era stata posizionata proprio al centro della Chiesa stessa, sotto la cupola.

La prima idea di costruire una “copia” della Santa Casa in questa Chiesa – come riportano i documenti storici – germogliò nel 1605, prendendo spunto dalla donazione di una statua  (avvenuta appunto in quello stesso anno) alla Confraternita della SS Trinità, dall’ allora segretario Alessandro Costi.

Il segretario nel 1605  aveva omaggiato la Confraternita, con una statua raffigurante la Madonna di Loreto (la statua che vediamo oggi), e questa statua era stata collocata in fondo alla navata della Chiesa, nella terza cappella di destra.

Passarono molti anni però prima che l’idea –  nata appunto dalla donazione della statua – potesse realizzarsi.

Fu infatti solo nel 1662 che la Confraternita, approvò il progetto per la realizzazione di una copia della Santa Casa di Loreto che doveva ospitare la statua della Madonna donata dal Costi.  Dal progetto alla edificazione vera e propria della copia della Santa Casa, passarono ancora più di 30  anni durante i quali si raccolsero i fondi necessari per la sua costruzione.

La fabbrica per la realizzazione del progetto venne avviata, appunto trenta anni dopo, nel 1694 e la costruzione della “copia” della Santa Casa durò due anni. La prima Santa Casa venne inaugurata il 9 dicembre 1696, e lì vi si pose solennemente la statua della vergine, che era stata donata alla Confraternita nel 1605.

Ogni anno, il 10 dicembre – ricorrenza della Madonna di Loreto – si teneva una festa alla quale prendevano parte anche i Duchi Farnese. I festeggiamenti in onore della Madonna proseguivano nei due giorni successivi durante i quali, oltre a celebrare le funzioni religiose, si addobbava  l’ oratorio, e si faceva musica, si tenevano delle vere e proprie feste alle quali partecipavano tantissimi fedeli.

Tuttavia la posizione dove era collocata la Santa Casa, proprio al centro della Chiesa arrecava un certo fastidio ed ingombro, proprio a causa del notevole afflusso di persone, pertanto la Confraternita decise di demolirla ed erigerne un’altra. Ed è appunto questa seconda Santa Casa quella che vediamo oggi.

Il progetto originale fu affidato all’ allora architetto di corte Ferdinando Bibiena,  il quale probabilmente ispirò anche il rilievo in stucco, che orna il fronte superiore della Cappella e che rappresenta la Gloria dello spirito santo raffigurato da una colomba, con una corona di raggi e nuvole e da alcuni angeli che inneggiano alla immacolata concezione reggendo cartigli con la scritta CONCEPIT DE SPIRITU SANCTO – l’ esecuzione di questi stucchi fu ad opera da Antonio Alai – ed essi vennero completati poco prima della inaugurazione della nuova Santa Casa celebrata l’ 8 dicembre del 1706. Festa della Immacolata concezione

La Santa Casa che vediamo oggi è un parallelepipedo con ai lati lesene corinzie scanalate. Al di sopra del parallelepipedo si trova una trabeazione decorata con un fregio a gigli e festoni con roselline ed una balaustra è in legno dipinto  a finto marmo.

La facciata è ornata con statue e rilievi in terracotta dipinti ad olio (a fingere il marmo) gli alti lati invece sono solo dipinti ma l’ affresco è in chiaroscuro per fare intendere l’ idea del rilievo.

La parte superiore della facciata raffigura l’ annunciazione (di particolare dettaglio il letto, la finestra il vaso ed il cane)   a fianco si trovano i rilievi che raffigurano la visitazione ed il censimento,  nelle nicchie trovano posto statue raffiguranti la Sibilla libica e la Sibilla delfica

Sotto i profeti Geremia ed Ezechiele Al centro della parete vi è una apertura con grata in ferro che permette di vedere anche dall’ esterno la statua della Madonna di Loreto con il bambino  –  sul retro della statua è inciso il nome del donatore Alessandro Costi, e l’ anno della donazione 1605  – impreziosite da corone d’ argento brunito con pietre e da pregevoli vestiti in broccato’ argento. La cornice tardobarocca è in legno intagliato e dorato, con una ricca figurazione di foglie d’ acanto, roselline, testine alate e putti. Al culmine reca uno stemma contornato da foglie e sormontato da una corona con un’iscrizione la cui data si riferisce alla prima santa Casa di Loreto. TURRI DAVIDICAE OLIVA PHISICA ET IMBELLIS EX CORDE HOC SACRAVIT / DIE OCTAVA DECEMBRIS 1696. L’ interno riproduce in buona parte quello originale della Santa Casa di Loreto. Le pareti sono dipinte in modo da fingere sul nudo mattone, resti di antichi affreschi riproducenti immagini della Vergine, del bambino e di Santi.   Nelle pareti laterali  vi sono gli ingressi alla cappella, i dipinti sul lato sinistro la Nascita della Vergine, e lo Sposalizio della Vergine con San Giuseppe, fra le lesene da sinistra le Sibille  tiburtina, frigia, ellespontina, al di sotto i profeti Amos, Daniele ed Isaia. Sul fronte sud, opposta alla facciata, gli affreschi a chiaroscuro, mostrano nella parte superiore il Transito della Vergine, sotto, in diversi episodi, la Traslazione della Santa casa, le figure rappresentano da destra la Sibilla cumea e quella samia, sotto Mosé e Balaam. Infine sulla parete destra compaiono da sinistrala Natività di Gesù e l’ adorazione dei pastori, poi l’ Adorazione dei Magi, le Sibille persica, pontica ed eritrea ed i profeti Zaccaria, Davide e Malachia. Non si conosce l’ autore di queste pitture né di quelle all’ interno della cappella.

Completano la decorazione della cappella cornici e reliquiari in legno dorato ed argentato e piccole tavole, inoltre vi sono poi sei candelabri d’ argento che pendono dal soffitto. Ai lati si trovano due lapidi in memoria ai caduti di Cefalonia Corfù e dell’ Aeronautica, a ragione del fatto che la  Vergine di Loreto è patrona e protettrice dell’ Aeronautica militare Italiana.