Storia dei Carmelitani Scalzi a Parma

Cenni Strorici. Per le notizie ci avvaliamo della pubblicazione di P. Giulio Vitali intitolata “Cenni storici” sulla Provincia lombarda dei Carmelitani Scalzi e pubblicata a Milano nel 1980.

“Non era facile allora viaggiare. Le distanze erano pesanti. Parma era una sosta tra Bologna e Milano, tra Milano e Bologna. La famiglia Giandemaria ospitava munificamente i Padri di passaggio da Parma. Ma la Provincia preferì una casa propria, cioè un convento.

Un primo approccio verso il 1622 tra il Duca Ranuccio I Farnese e il Provinciale, P. Simone di S Paolo, diede buone speranze. Ma poco dopo e il Duca e il Provinciale morirono. Il nuovo Provinciale, P. Anastasio di S. Giovanni Battista, consigliato dal Card. Odoardo Farnese, “Porporato Reggente” e tutore del giovane Duca Odoardo, ne trattò con la Duchessa Margherita Aldobrandini-Farnese, nipote di Clemente VIII e moglie del defunto Duca Ranuccio I, nonché madre di Odoardo. Questa si prese a cuore la fondazione e superò tutti gli ostacoli.
Il Vescovo di Parma, Mons. Pompeo Cornazzani, col consenso del Duca Odoardo, tramite Mons. Jacobo Cornazzani, suo Vice Luogotenente Generale, il 4 agosto 1623 consegnò con atto pubblico ai Padri la Cappelletta di S. Maria Bianca (1), sita oltretorrente, con tutte le sue pertinenze, a due condizioni: 1) Costruire il convento a spese dell’Ordine entro 30 anni; 2) Riunirvi non meno di 15 religiosi sacerdoti per il servizio del Santuario.

Con le offerte dei fedeli, col concorso del Comune, e specialmente con la generosità delle signore Camilla Tagliaferri e Anna Manlia i Padri poterono costruire una nuova chiesa. Il Vescovo pose la prima pietra. Fu aperta al pubblico nel 1670, come da lapide sulla facciata. La chiesa, su disegno del P. Baldassare di S. Caterina, riuscì “ampia, accogliente, dignitosa, decorata di marmi, pitture e stucchi”. Aveva due altari: l’altare maggiore di marmi finissimi e sopra una bellissima ancona con l’immagine di S. Maria Bianca; l’altro, anch’esso sontuoso, dedicato alla S. Madre Teresa con statua del Bernini.

Costruirono anche un grande convento. Un tempo vi dimorarono 23 Padri, 10 studenti e 12 laici. Ci fu un periodo che fu studentato e noviziato.

I Padri erano custodi fedeli e propagatori entusiasti del culto a S. Maria Bianca e vivevano sotto il suo sguardo con intensità la loro osservanza regolare, quando nel 1769 il Duca Ferdinando, certamente subornato dal suo Ministro Guillaume-Léon Du Tillot, statista francese seguace del filosofismo enciclopedico, li soppresse. Rimasero solo nell’ospizio di S. Quirino 3 Padri e un Fratello.

La comunità poté ritornare in S. Maria Bianca otto anni dopo, nel 1777, ma a dure condizioni:

  • 2 religiosi in convento, né più né meno.
  • Presenziare a tutte le processioni.
  • Ammessi solo i conversi che fossero nazionali.
  • Previo permesso dell’autorità per ripristinare lo studentato.
  • Nessuna questua né in città né in campagna.


La vita dei religiosi si faceva difficile, ma il peggio accadde nel 1810 con la soppressione totale di Napoleone: chiesa distrutta, altare maggiore trasportato in Duomo, S. Maria Bianca tra le macerie e poi nell’Oratorio di S. Claudio, convento ridotto ad abitazioni civili.

IL RITORNO DEI PADRI A PARMA avvenne 70 anni dopo per l’intervento di una grande benefattrice, la Sig. Luigia Minguzzi di Ferrara, fattasi nostra monaca a Parma nel 1882 col nome di Sr. Angela di S. Giuseppe. Aveva offerto la cospicua somma (allora) di L. 80.000.

I Padri poterono così comperare due orti, il fabbricato già monastero delle Canonichesse Lateranensi di S. Agostino e l’orto annesso.

Nel 1881 si pose la prima pietra della costruenda nuova chiesa su disegno dell’Architetto Prof. Pancrazio Soncini, sull’area della chiesa demolita di S. Agostino. Difficoltà e sospensioni non mancarono. Solo la mano coraggiosa e intraprendente di P. Gerardo Beccaro la condurrà a termine. Verrà inaugurata il 13 ottobre 1885, nel 1886 vi sarà solennemente riportata da S. Claudio l’effigie della Madonna e il 10 ottobre 1887 sarà consacrata col titolo di S. Maria Bianca in S. Agostino.

Il 3 luglio 1885 fu posta la prima pietra del nuovo convento che divenne priorato nel 1887. Si riprese la vita regolare. Ma i guai non finiscono una volta per sempre. Difficoltà di ordine economico, disturbi nella vita regolare ed intralci nel lavoro apostolico si fecero presenti fin dal primo decennio 1900; si affermarono maggiormente durante la prima Guerra mondiale e nel 1919 diventarono gravi. Parma Vecchia, oltretorrente, era diventata covo di disordini, di sommosse e perfino di scontri armati.

I Padri iniziarono trattative per trasferirsi in Parma Nuova e precisamente nella chiesa della SS. Trinità di via Garibaldi 28 – Oratorio de’ Rossi (antichissimo ente benefico). Mons. Guido Maria Conforti, Vescovo di Parma, patrocinò la loro causa. Vendettero l’antica proprietà. Presero possesso “in uso perpetuo” della nuova chiesa il 17 luglio 1920, dopo aver stipulato una convenzione con l’Opera Pia. Vi trasportarono l’effigie di S. Maria Bianca, che però più tardi, il 28 agosto 1929, donarono alle nostre monache per impossibilità di collocarla decorosamente nella nuova chiesa. La chiesa era molto bella, ma il convento “dato in affitto” era infelice. I Padri vi rimasero quarant’anni.

Nel 1968 si cominciò la costruzione di un nuovo convento, consistente in un lato di un palazzo sito in via Verdi. Lo si abitò in parte alla fine del 1971, in tutto nella primavera del 1972.

Il 13 novembre 1973 la chiesa fu eretta in parrocchia col titolo di S. Teresa di Gesù Bambino”.