Storia Parrocchiale

La Confraternita della SS. Trinità e l'Oratorio dei Rossi

e la Storia della parrocchia di S. Teresa di Gesù Bambino

La confraternita poche Chiese possono dire di avere una facciata davvero sacrificata come quella dell’Oratorio dei Rossi, mancandole davanti una piazza adeguata. Lasciamo comunque parlare Sofia Castello, autrice del documentatissimo volumetto dal titolo “L’Oratorio dei Rossi”, edito nell’ottobre del 1996 per i tipi della Tipolitografia Angelo Gazzaniga di Milano sotto l’auspicio del Parroco P. Vincenzo Prandoni.

“La storia dell’Oratorio dei Rossi non può disgiungersi da quella della Confraternita della SS. Trinità detta dei Rossi, associazione laicale sorta con scopo di pubblica beneficenza e di sostegno alla fede e al culto cattolico: i congregati indossavano una cappa di colore rosso da cui deriva il nome della compagnia e dell’oratorio.

La confraternita ebbe sede in origine presso la chiesa parrocchiale della SS. Trinità nel borgo omonimo: essa esisteva ed operava almeno dall’ottavo decennio del XVI secolo, tempo in cui era intitolata alla SS. Trinità e al Corpo di Gesù Cristo, ma era detta anche compagnia della SS. Trinità dei Pellegrini e dei Convalescenti, in quanto annoverava tra gli scopi primari quello di dare ospitalità ai viandanti e a quanti uscivano dall’Ospedale della Misericordia (…).

Gli inizi del XVII secolo portarono grandi mutamenti: nel 1604 forse per dissidi interni o più probabilmente col rettore della chiesa della Trinità alcuni confratelli si distaccarono dall’associazione e fondarono una nuova sede, dopo aver comprato in strada maestra di San Barnaba (oggi strada Garibaldi), in un’area allora in vicinanza di San Paolo, una casa con terreno da Barbara e Lucrezia Balduchini, con atto rogato da Alessandro Manlio e Sante Artusi il 10 aprile 1604 (…).

La Confraternita dei Rossi, di cui entrarono a far parte non pochi nobili e notabili della città per diversi anni dal trasferimento nella nuova sede, diresse i suoi sforzi nel completare le proprie fabbriche; tra il 1610 e il 1615 portò a termine la costruzione di un nuovo oratorio”.

Storia la chiesa fu fondata dalla confraternita dei Rossi, così chiamata perché i sodali indossavano una cappa rossa, eretta nel 1584 nella chiesa della Santissima Trinità di Parma per l’assistenza ai pellegrini e ai convalescenti. I confratelli nel 1604 lasciarono la chiesa della Santissima Trinità e si insediarono in un piccolo oratorio presso la chiesa di san Barnaba dove nel 1617 fondarono la chiesa della Trinità Nuova. La chiesa fu ampliata una prima volta nel 1636 sotto la direzione di Girolamo Rainaldi, poi nel 1685, su progetto di Stefano Lolli e ancora nel 1693. Il 1º luglio 1920 la chiesa passò ai Carmelitani Scalzi e il 1º luglio 1973 la chiesa fu eretta in parrocchia con il titolo di Santa Teresa del Bambino Gesù e la cura d’anime fu affidata ai frati. I Parroci che si sono succeduti sono:

P. Emanuele Cavalli:         1973-1983

Pa. Bruno Martinelli:           1983-1993

P. Vincenzo Prandoni:         1993-2002

P. Silvio Regazzi:                    2002-2014

P. Renzo Bertoli:                    2014 – 03/2021

P. Bijoy Vattanmackal           04/2021 – …

Breve descrizione la chiesa è a navata unica, con tre cappelle laterali per parte. La terza cappella a sinistra, più grande rispetto alle altre, riproduce la santa Casa di Loreto. La facciata neo-rinascimentale a bugne di marmo fu eseguita su disegno di Ernesto Piazza tra il 1862 ed il 1864. Il bassorilievo nella lunetta sulla porta d’ingresso, raffigurante la Trinità, è di Antonio Ilarioli. La decorazione a stucco dell’interno fu realizzata da Domenico Reti nel XVIII secolo. Il dipinto ovale dell’altare maggiore rappresenta la Trinità ed è opera del pittore Giovan Battista Borghesi e la tela è inserita in un’ancona (pala di altare) in stucco con colonne tortili in marmo. La chiesa conserva anche dipinti di Alessandro Tiarini, Giulio Cesare Amidano e Vincenzo Campi. Organo Sulla prima cantoria a sinistra dell’altare Maggiore si trova la cassa dell’organo costruito dall’organaro Bergamasco Giuseppe Serassi nel 1788. Pesantemente snaturato e modificato con l’aggiunta di un secondo manuale dall’organaro Pietro Gazza all’inizio del XX secolo. Attualmente, in seguito ai lavori intorno agli anni ’70 dello scorso secolo di restauro ed ampliamento da parte della ditta milanese Corno possiede due consolle: una di provenienza sconosciuta in cantoria e una nuova ubicata davanti alla riproduzione della santa Casa dirimpetto alla cantoria con l’organo.